14-7-2015-
…e se il nostro Arno ormai dichiarato alla fine del suo percorso fosse invece tornato a vivere? Una gara non può certo avere una valenza assoluta, ma quello che ha mostrato il campo di gara della Fonderia il giorno 7 giugno 2015 a mio vedere non deve passare inosservato. Se ad oggi non è stato possibile realizzare a pieno quei progetti di ripopolamento o altro mirati ad aumentare la pescosità del nostro fiume, possiamo pensare che la Natura stessa – con i suoi tempi – sia riuscita a ritrovare quegli equilibri da tempo smarriti, donando ai pescatori presenti sul campo di gara una giornata “diversa dal solito”, caratterizzata da catture superiori alla media e soprattutto distribuite in modo abbastanza omogeneo.
Ma non è solo la forza della natura che deve essere ringraziata; il merito è dei pescatori che comunque, anche nelle difficoltà, non hanno abbandonato l’Arno fiorentino, il più bel fiume del mondo, consentendo di non perdere per sempre anche gli ultimi campi di gara rimasti.
E quello che deve essere ancora più evidenziato è il fatto che se l’Arno dovesse ritornare a donarci anche la metà di quello che ricordiamo bene (nonostante gli anni trascorsi), questo sarà merito della tenacia e dell’amore per l’attività agonistica di quei pescatori che non l’hanno dimenticato per inseguire chissà cosa altrove; si tratta di quelle persone che da sempre si ritrovano sul fiume per amicizia, per scherzare e prendersi in giro come ragazzini nonostante la carta d’identità, ma sempre pronti a onorare l’impegno delle tre ore di gara con serietà e correttezza.
L’Arno a Firenze ha permesso da sempre a tutti i pescatori di realizzare i propri desideri, a prescindere dalle possibilità economiche o dalle capacità tecniche, dall’età o dalle specifiche caratteristiche: ogni garista ha sempre potuto scegliere il tipo di competizione a lui più adatta, comunque sempre senza alcuna restrizione o vincolo. É grazie a questo spirito che negli “anni d’oro” si contavano centinaia di garisti sull’Arno: e fortunatamente questo spirito esiste ancora negli uomini che onorano ancora il nostro fiume, nonostante i problemi e le difficoltà reali che non possiamo e non vogliamo nascondere. L’età media dei garisti è aumentata, ma è proprio grazie ai “vecchi pescatori” che sarà possibile far rinascere la nostra attività: sarà grazie a coloro che hanno continuato a crederci che potremo coinvolgere i giovani (che pure esistono) a partecipare ed entrare a far parte di questa famiglia. Credo che l’impegno delle persone che hanno costantemente lavorato sul campo di gara della Fonderia, sia per la pulizia dell’argine che per l’attività vera e propria di pesca (didattica e agonistica), inizi a dare i suoi risultati. Non può essere solo un caso che il campo di gara più frequentato anche durante la settimana sia infine tornare a vivere.
Quelle persone ci hanno creduto e rimboccandosi le maniche hanno forse creato le basi per un nuovo inizio, che speriamo possa a breve interessare anche altri campi di gara con gli stessi risultati.
Marco Bagnoli – Un garista da 40 anni